Sabato 15 Agosto 2015
Condividere la sua stessa gloria
INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. La gloria di Maria riflette in sé quella di Gesù, suo Figlio e nostro Signore. Grazie alla sua risurrezione, la Madre partecipa, prima fra tutti gli esseri viventi che credono nel Figlio, alla gioia della risurrezione. Gesù, vivente oltre la morte, è con noi. La sua risurrezione è vita eterna e gioia senza limiti preparata anche per noi. Maria, che è già in cielo con il Figlio, ci guidi nel tempo all’eternità. Ci indichi la via da percorrere e ci insegni a magnificare il Signore per le opere che ha compiuto in lei e che continua a compiere in coloro che, come lei, sono umili servi. Animati da questi sentimenti, celebriamo la divina Eucaristia. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di partecipare alla preghiera senza distrarsi e distrarre parlando di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Sull’esempio di Maria, offriamo, con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini, le nostre vite al Signore, per essere capaci di portare frutti di vita eterna.
RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – Il mistero che oggi contempliamo, Maria, ci riempie il cuore di speranza. Subito dopo la morte tu hai partecipato, corpo e anima, alla risurrezione del tuo Figlio. Oggi tu, ci additi, Maria, la grandezza del nostro corpo, destinato a partecipare alla gloria di Dio. No, il nostro corpo non è una zavorra di cui liberarsi per entrare nella vita eterna, e neppure un semplice astuccio che nulla ha a che fare con quanto contiene. È con il tuo corpo di donna, di sposa, di madre, che tu hai amato. È nel tuo corpo che è stato concepito il Signore della vita, è nel tuo grembo che l’hai nutrito e fatto crescere prima di darlo alla luce. Ed è col tuo corpo che gli hai trasmesso affetto e tenerezza, dolcezza e calore. Ossessionati talora dall’immagine del nostro corpo, delle sue misure, del suo peso, del suo aspetto esteriore, noi ci dimentichiamo l’essenziale, quello che gli permetterà di partecipare alla gloria di Dio: è un corpo chiamato ad amare, è un corpo trasformato da ogni sentimento e gesto d’amore.