5 Luglio 2015
Sappiamo riconoscere la tua gloria nell’umiliazione del tuo Figlio
e nella nostra infermità umana
sperimentiamo la potenza della sua risurrezione
INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la XIV Domenica del Tempo Ordinario. E’ la Domenica che ci presenta Gesù-profeta rifiutato dalla sua gente. E’ il mistero della libertà umana che può chiudersi alla salvezza che Dio gli offre. E’ anche il mistero della debolezza di Dio che non può far nulla quando è rifiutato. L’Amore non si può imporre a nessuno! Poiché la salvezza del Signore può giungere in molti modi inattesi per noi, occorre essere attenti e non scandalizzarsi della debolezza di Dio. Facciamo nostra la preghiera del salmista, per esprimere il nostro desiderio e la volontà di essere salvati. Nella preghiera ci ricordiamo, in modo particolare, della Chiesa e dei profeti del nostro tempo che sempre soffrono persecuzione come il Maestro. Accogliamo il Signore Risorto che viene a parlarci e a rinnovare la sua alleanza con noi! (Oggi è anche una giornata particolare perché tutti i gruppi folcloristici si cimenteranno nella Disfida annuale. Auspichiamo che questo tempo di festa e di sana competizione faccia emozionare ogni figurante e perché, da questa passione emozione, possa trasparire il dono della fede, dell’aggregazione e dell’unione. Una preghiera particolare per il nostro Gruppo Pistonieri S. Maria del Rovo che quest’anno ricorda i suoi 40 anni di vita. In questa messa preghiamo per ciascuno di loro e per tutti i soci che in questi anni sono nati al cielo). Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa occupando tutti i posti disponibili e la coerenza di non parlare durante il rito bensì di partecipare alla preghiera.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini siano risposta al Signore, che annuncia nella Parola il dono di sé, e che noi presentiamo a Lui nell’umiltà dei segni eucaristici.
RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – Non possono credere, Gesù, che l’Atteso, il Messia, sia uno vissuto in mezzo a loro, uno che si illudono di conoscere bene perché lo hanno visto crescere e ne identificano i parenti e il clan di appartenenza. Non possono accettare che la sapienza di Dio risieda in un uomo che non ha frequentato un rabbino famoso, che si è fatto da sé, un autodidatta, che non è andato oltre la scuola del villaggio. Non possono ammettere che a compiere gesti prodigiosi siano le tue mani provate dal lavoro manuale, segnate dalla fatica, aduse a maneggiare gli arnesi del mestiere. Eppure, Gesù, è questa la strada scelta dal Padre tuo per realizzare le antiche promesse, per portare a compimento il suo disegno di amore. La tentazione di quelli di Nazareth è in fondo anche la nostra, Gesù, perché anche noi pretendiamo di imporre a Dio le nostre vie e facciamo fatica ad accogliere le sorprese continue di cui dissemina abbondantemente questa nostra storia.