OTTAVA DI PASQUA
– DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA –
12 Aprile 2014
Ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo
INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la Seconda Domenica di Pasqua. «Otto giorni dopo .. venne Gesù»: è il giorno in cui il Risorto si rende presente. L’esperienza della Pasqua si sviluppa nella comunità dei primi credenti in Gesù, ora riconosciuto come il Cristo. Nel nome di Gesù la fede diventa fonte di vita. Il Vangelo di oggi introduce il racconto dell’apparizione del Signore ai discepoli, dopo la sua risurrezione. Prima Tommaso è assente, otto giorni dopo diviene il protagonista dell’esperienza del Risorto. La Liturgia odierna susciti il bisogno di una conoscenza non astratta ma affettiva, del cuore; presenti l’Eucaristia domenicale come l’occasione propizia per “toccare” il Signore e per lasciarsi toccare da lui; favorisca il travaso della vita del Risorto nell’esistenza di chi è ancora pellegrino. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili e di non parlare durante il rito bensì di partecipare alla preghiera.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini sono i doni che presentiamo all’altare segno dei nostri cuori santificati dalla grazia del Risorto.
RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – Non è facile, Gesù risorto, accogliere la tua presenza perché ora tu comunichi con noi in modo nuovo. Bisogna avere gli occhi della fede per riconoscerti e per farti posto nella nostra esistenza. Bisogna avere un cuore desto per intendere la tua parola e per metterla in pratica. Bisogna accettarti come un dono che va ben oltre le nostre logiche del vedere e del toccare. Ecco perché oggi ci sentiamo straordinariamente vicini a Tommaso: alle sue reticenze e ai suoi dubbi, alle sue perplessità e ai suoi desideri. Proprio perché ti abbiamo contemplato inchiodato alla croce ora facciamo fatica a crederti vivo e presente in mezzo a noi. Ed è per questo che ci chiedi di fare lo stesso percorso di Tommaso, di abbandonarci al tuo amore, di lasciar cadere ogni barriera che ci separa da te. Ed è per questo che ci domandi di fare nostra la sua risposta: «Mio Signore e mio Dio!», e ci dichiari beati perché senza aver visto, senza aver toccato, ci siamo fidati di te. Sì, Signore, non è facile credere in te, ma quando avviene conosciamo una gioia ed una pace smisurate.