Commento alla VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

15 Febbraio 2015

Venivano a lui da ogni parte

INTRODUZIONE
G – Celebriamo la VI Domenica del Tempo Ordinario. La Liturgia odierna ci presenta Gesù che libera un uomo dalla lebbra. Questo terribile male affligge, oggi come ieri, l’uomo e lo porta a vivere lontano da Dio, dal mondo, da sé stesso. Apriamo i nostri cuori a Gesù che viene in mezzo a noi, implorando la liberazione dalla lebbra del peccato, poiché è in questo nostro incontro con il Signore risorto che Egli “simpatizza” con noi a tal punto da prendere su di sé tutto il peso dei nostri mali per offrirlo al Padre col sacrificio della propria vita, e meritare la nostra guarigione. Disponiamo i nostri cuori ad accogliere il Signore che passa e ricolma i nostri cuori con la sua Grazia ed il suo Amore. Nella celebrazione odierna una particolare preghiera anche per il nostro parroco don Francesco che ricorda il suo 39mo anno di vita e il quinto anniversario della sua venuta nella nostra comunità parrocchiale. Come famiglia ci stringiamo accanto a lui ringraziando Dio per il dono della sua vita alla Chiesa e, con affetto e amicizia, lo ringraziamo anche per tutto ciò che fa per ognuno di noi. Ricordiamo l’importanza del silenzio, l’educazione di spegnere i cellulari, il desiderio di partecipare alla liturgia occupando tutti i posti disponibili pregando e non parlando.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini portiamo all’altare la sofferenza di tutti gli uomini, perché Dio, con la potenza del suo Spirito, li trasformi in sorgente di salvezza per l’intera umanità.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G –  Sono anch’io un lebbroso, Signore, quando la mia malattia dell’anima desta orrore in chi mi sta vicino e per questo cerca in ogni modo di tenermi alla larga. Ma tu mi vieni incontro e spezzi il mio isolamento, tu infrangi le barriere che mi separano dagli altri, tu guarisci la mia incapacità di comunicare e di amare. Sono anch’io un lebbroso, Signore, quando il mio volto viene sfigurato dall’orgoglio o dalla superbia, dalla gelosia o dall’egoismo, e il mio cuore si indurisce al punto di essere impermeabile ad ogni richiesta di aiuto. Ma tu, che hai un animo limpido, non hai nessuna paura del contagio. Per questo non esiti a toccarmi per risanare la mia anima e restituirle la possibilità di accogliere e di sostenere, di provare misericordia e compassione. Sono anch’io un lebbroso, Signore, quando sono tutto preso dai miei progetti, dalla mia voglia di riuscire, dai vantaggi che posso ricavare, dalla brama di accumulare, dalla voglia di vincere a qualsiasi costo. Solo tu puoi guarire questa lebbra con la tua parola di tenerezza. Ti ringraziamo Signore anche per il dono della vita sacerdotale e per il nostro parroco don Francesco. Donagli sempre energie nuove, entusiasmo creativo e fa che non manchi mai a lui la sollecitudine per il Vangelo e a noi la docilità dell’ascolto. Amen.

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