Commento alla Solennità dell’Epifania – Anno B

Martedì 6 Gennaio 2014

«Per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero»

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la solennità dell’Epifania del Signore: Gesù si manifesta a tutte le genti e il mondo intero, rappresentato dai Magi, lo adora e lo riconosce quale Re-Dio-Uomo. Egli è la “Stella” che guida tutti i popoli, portatrice di gioia, che spinge alla ricerca ed alla testimonianza. Ma la Stella indica anche una strada rischiosa: il viaggio dei Magi è, infatti, l’emblema della vita cristiana intesa come distacco, sequela e ricerca. I Magi sono simbolo di tutti i popoli della terra che cercano Dio. Nutriti dalla Sapienza del Verbo incarnato chiediamo il dono di saper riconoscere le “stelle” che l’Emmanuele, il Dio-con-noi, pone sul nostro cammino per condurci sempre più a Lui. Ricordiamo l’importanza del silenzio, l’educazione di spegnere i cellulari, il desiderio di partecipare alla liturgia occupando tutti i posti disponibili pregando e non parlando.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Insieme con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini portiamo all’altare l’impegno della Chiesa a far conoscere Gesù nel mondo e l’anelito dell’umanità alla pace e alla cooperazione fra le nazioni nonché l’aiuto concreto per i vari bisogni materiali.

RINGRAZIAMENTO
G – La vicenda dei magi, Gesù, non manca di suscitare gli interrogativi di sempre. Valeva la pena staccarsi dalla propria terra e dai propri cari, affrontare tante fatiche e tanti disagi, andare incontro a rischi e brutte sorprese? E poi era proprio saggio lanciarsi in una simile avventura solo per andar dietro ad una stella, una fra le tante stelle che popolano il firmamento? E non era umiliante per persone dotte e sapienti essere costrette a porgere interrogativi e domande come dei viaggiatori sprovveduti? Sì, Gesù, sono le obiezioni di sempre, fatte apposta per far desistere dai percorsi esigenti della fede. Con l’apparenza dei ragionamenti sensati vogliono fare da deterrente, dissuadere dal mettersi in cammino, ridurre tutti ad una massa pigra che continua a vivere col ritmo delle lumache e immersa nell’oscurità… La risposta è quella del Vangelo di oggi: è la gioia di quegli stranieri che arrivano alla mèta, che ti riconoscono come l’Atteso, come l’unico a cui offrire la propria fiducia e la propria adorazione.

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