VENERDÌ SANTO – “IN PASSIONE DOMINI”
18 Aprile 2014
«Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo»
INTRODUZIONE
G – «Tutto è compiuto!». La Passione di Cristo è il punto di convergenza di tutta la sua vita, Gesù l’ha chiamata: la sua “ora”, il suo “battesimo”. L’ha scelta liberamente in obbedienza al Padre e per amore degli uomini. Oggi, Venerdì Santo, noi tutti che apparteniamo al popolo sacerdotale della nuova ed eterna Alleanza, con raccoglimento pieno di venerazione, fissiamo gli occhi sulla Croce. Davanti a Gesù che muore in croce per noi non resta che il silenzio. Un silenzio che ci aiuti a riconoscere il nostro peccato, ma anche il dono della salvezza che Dio ha operato in Cristo Gesù. I tre momenti della Liturgia che ci apprestiamo a celebrare (la proclamazione della Passione, l’ostensione della Croce e la distribuzione dell’Eucaristia che stanotte abbiamo adorato) esprimono il massimo della sobrietà, perché i nostri occhi possano contemplare in pienezza l’essenziale dono di amore di Cristo sulla croce per la salvezza di tutti gli uomini di ogni tempo. Don Francesco questa sera compirà un altro gesto molto antico e di profondo significato spirituale. Entrerà e vivrà tutta l’azione liturgica scalzo, senza scarpe per offrire al Signore la sua partecipazione per i tantissimi che in questi giorni si sono accostati alla Confessione affinchè questo non resti solo un semplice episodio ma realmente la volontà alla conversione in previsione della S. Pasqua. Insieme ai ministri, che silenziosamente si porteranno davanti all’altare, oggi messo a nudo, prostriamoci in silenzio e con profonda umiltà, riconoscendoci impotenti davanti al peccato, causa di morte. Lasciamo che il nostro cuore si apra a Colui che ci ha amato fino in fondo, “spezzando” la sua vita per noi! Partecipiamo attivamente, con raccoglimento, spegniamo i cellulari e partecipiamo ai tre momenti di questo giorno santo.
PREGHIERA UNIVERSALE
G – Volgendo lo sguardo al Cristo, inchiodato alla croce, sappiamo che il Padre ha rimesso ogni potere nelle mani del Figlio, perché solo chi ama ha diritto di regnare. Nell’ora in cui il Cristo ha steso le braccia sulla croce, nell’ora in cui il cuore trafitto lascia scorrere la tenerezza di Dio, siamo invitati a presentare al Padre, nella preghiera, le necessità di tutti gli uomini
OSTENSIONE DELLA CROCE
G – Accogliamo, adesso, e adoriamo la Croce alla quale è stato appeso il Salvatore del mondo. Viene “svelata”, presentata ai nostri sguardi perché appaia quello che era e quello che è diventata, perché ci parli di morte e di umiliazione, ma soprattutto di salvezza e di vita. Di fronte a questo strumento di condanna, divenuto per Cristo strumento di redenzione per tutti, non possiamo che adorare Dio, che con i suoi misteri insondabili cambia il dolore da maledizione e condanna in ricchezza salvifica.
RINGRAZIAMENTO
G – II racconto di questo giorno mi invita ogni anno, Gesù, ad accompagnarti per un percorso doloroso, che mi rivela il tuo amore senza fine. Ti hanno catturato, nella notte, nel giardino degli ulivi, e per questo si sono serviti di Giuda, uno dei tuoi. Ti hanno bloccato, legato, per fermarti, una volta per tutte. Ti hanno sottoposto a giudizio, una burla di processo, per dare parvenza legale all’ingiustizia già decisa, per condannare te che non avevi mai condannato nessuno, se non l’ipocrisia, la grettezza, la cattiveria dei cuori. Ti hanno deferito al potere di Roma, inventando un’accusa costruita apposta per il procuratore, solo perché venisse avallata la loro decisione di morte. Così sei stato issato sulla collina, accanto a due ladroni, spogliato delle tue vesti, inchiodato al patibolo, finché, percorso dagli spasimi di un’agonia terribile e dolorosa, tu hai dato compimento alla tua offerta totale. Lascia che io sia bagnato dal tuo sangue che scende dalla croce e rigenera a vita nuova.