“La preghiera è l’effusione del nostro cuore in quello di Dio… Quando essa è fatta bene, commuove il Cuore Divino e lo invita sempre a esaudirci.”
Carissima Comunità di S. Maria del Rovo,
l’incontro quotidiano con il Signore e la frequenza ai Sacramenti permettono di aprire la nostra mente e il nostro cuore alla sua presenza, alle sue parole, alla sua azione. La preghiera non è solamente il respiro dell’anima, ma, per usare un’immagine, è anche l’oasi di pace in cui possiamo attingere l’acqua che alimenta la nostra vita spirituale e trasforma la nostra esistenza. E Dio ci attira verso di sé, ci fa salire il monte della santità, perché siamo sempre più vicini a Lui, offrendoci lungo il cammino luci e consolazioni.
Questa è l’esperienza personale a cui san Paolo fa riferimento nel capitolo 12 della Seconda Lettera ai Corinzi, sul quale desidero soffermarmi oggi. Di fronte a chi contestava la legittimità del suo apostolato, egli non elenca tanto le comunità che ha fondato, i chilometri che ha percorso; non si limita a ricordare le difficoltà e le opposizioni che ha affrontato per annunciare il Vangelo, ma indica il suo rapporto con il Signore, un rapporto così intenso da essere caratterizzato anche da momenti di estasi, di contemplazione profonda (cfr 2 Cor 12,1); quindi non si vanta di ciò che ha fatto lui, della sua forza, delle sua attività e successi, ma si vanta dell’azione che ha fatto Dio in lui e tramite lui.
Con grande pudore egli racconta il momento in cui visse l’esperienza particolare di essere rapito sino al cielo di Dio. In questo mese di “arsura” sarebbe bello fare memoria di quando ognuno di noi è stato “rapito” e si è fermato nell’oasi di Dio. Auguro a ogni figlio di questa Comunità che il Signore ha voluto affidare alla mia cura pastorale di non temere mai nulla, soprattutto, di non imitare, nelle scelte di fede e nella collocazione del primato di Dio nella nostra vita, l’atteggiamento di Ponzio Pilato.