Cara famiglia,
mi avvicino nuovamente, con questa lettera e all’inizio del nuovo anno, alla tua realtà nell’insieme dei tuoi membri e nella specificità e particolarità di ciascuno di essi. Desideroso di affiancarmi a questo tuo reale vissuto, lo esprimo non per fantasia o curiosità, ma nello specifico del mio ministero episcopale con cui mi è dato il dove- re esclusivo di testimoniarti vicinanza e solidarietà, nella conoscenza del tuo vissuto fatto di gioie, di conquiste, di sacrifici e, talora, di sofferenza. Ti pervenga con questo scritto, ancora una volta, il mio affettuoso plauso per tutto il bene che riesci a concre- tizzare al tuo interno e al tuo esterno, ma anche il mio incoraggiamento per qualsiasi prova che sta contrassegnando l’esperienza di qualcuno dei tuoi componenti o del tuo intero consesso casalingo. Ti stimolo a coltivare lo spirito di condivisione e di solidarietà al tuo interno, per evitare dannosi ripiegamenti su sé stesso da parte di qualcuno dei tuoi, quando si ritrova isolato in un momento di sofferenza o di disagio. Mi rivolgo, in particolare, a chi dei tuoi membri vive l’esperienza della fede: essa non è un fatto privato! La fede è contraccambio di fiducia e, quindi, di amicizia manifesta a Dio che, in Gesù, ci rende partecipi di un amore giammai da trattenere per sé o mo- nopolizzare con soggettivi ragionamenti, ma un amore che diventa carità verso chi incrociamo sui nostri percorsi di vita. “Da questo vi riconosceranno, se avrete amore gli uni per gli altri …”: sono parole proferite da Gesù e che troviamo nel Vangelo secon- do Giovanni (13,35): esse comprovano che la fede è vera, quando all’amore verso Dio facciamo seguire quello verso il prossimo. Chi, con la fede, frequenta Dio, è chiama- to, con la carità, a frequentare il prossimo. E l’immediato prossimo a cui accostarci sono i nostri familiari, nell’intimità del vissuto casalingo. Mi permetto di rivolgere una parola anche a qualcuno dei tuoi che, per motivi vari, in maniera saltuaria o per niente segue l’esperienza della fede. Vorrei rassicurarli che ogni volta che mostrano accondiscendenza e comprensione verso chiunque – sarà con una parola incoraggian- te, sarà con un aiuto concreto o in qualsiasi altra forma – essi, anche in maniera in- consapevole, seguono la rotta indicata da Cristo, Buon Samaritano verso l’umanità che invoca aiuto. Anche loro, senza avvertirlo, sono raggiunti dalla luce che viene dall’Alto e che anche in essi provoca carità e quindi … li fa essere già sulla via della fede! Cara famiglia, sii partecipe delle gioie e delle sofferenze che ritrovi al tuo inter- no: sarai così allenata ad essere partecipe anche delle gioie e delle sofferenze che ri- trovi al tuo esterno! La fede, che col Battesimo ci è stata donata, trovi sbocco quoti- diano nella tua carità!
+ Orazio Soricelli – arcivescovo
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