La festa di S. Antonio Abate, celebrata ogni anno il 17 gennaio, era in passato una delle ricorrenze più sentite nelle realtà contadine e rurali. Egli veniva spesso invocato per scongiurare incendi, forme di herpes (il cosiddetto “Fuoco di Sant’Antonio), e più comunemente, per la protezione degli animali e degli agricoltori.
Da due anni a questa parte, nella nostra parrocchia, il culto di Sant’Antonio Abate, è stato ripreso, essendo ancora molto sentito.
Quest’anno infatti, grande è stata l’affluenza durante la celebrazione della S. Messa in suo onore, proseguita poi all’esterno, con la benedizione degli agricoltori e di tutti gli animali da cortile che ognuno ha voluto far presenziare, conclusasi poi, con l’accensione del falò e con la degustazione di dolci tipici locali, offerti dalla parrocchia a quanti sono convenuti, per uno spirito di condivisione e àgape fraterna.
La festa inoltre, ha fatto da apertura alla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (18-25 gennaio), un periodo molto forte e importante, dove anche il Santo Padre, ha invitato ogni cristiano “ad unirsi spiritualmente e, dove possibile, anche praticamente, per invocare da Dio il dono della piena unità tra i discepoli di Cristo”.
La preghiera infatti, è una realtà potente nella vita di un cristiano e, in particolare, la preghiera per l’Unità non è un accessorio opzionale della vita cristiana, ma, al contrario, ne è il cuore.
Oltre alle letture che si sono susseguite in questi giorni, la Settimana si è poi conclusa con un rinnovato invito all’apertura verso gli altri, sia individuale che come comunità, e all’accoglienza del mistero della morte e risurrezione di Cristo, che a breve andremo a rivivere, grazie al tempo di Quaresima e di Pasqua.